AL VALLONE DI MARMORA

marmora

Dalla locanda Lou Pitavin, situata all’imbocco del vallone di Marmora, dei buoni camminatori possono risalire il ruscello principale fino alle sue sorgenti in prossimità del Gias Maro e arrivare anche al Colle del Mulo, dove ci si affaccia all’Altopiano della Bandia e in breve – attraverso il Colle d’Ancoccia – si è ai piedi di Rocca la Meja e dell’omonimo lago.​

Alle medesime località, senza essere ottimi camminatori, ci si può arrivare con mezzi motorizzati seguendo la strada che conduce al Colle di Esischie, spartiacque con la Valle Grana sopra il famoso santuario di Castelmagno, e da qui al Colle Fauniera; fino a qualche tempo fa, prima del passaggio del Giro d’Italia, quest’ultimo era noto come Colle dei Morti e sostituito in Fauniera (che è il nome di un monte vicino) perchè ritenuto troppo “tetro” (in realtà il ricordo di una battaglia-imboscata del 1744 e dunque di valore storico). Sul Fauniera l’associazione ciclistica del Col Cuneo ha fatto erigere un monumento in marmo di Ormea per ricordare le imprese di Marco Pantani, che qui si rese protagonista insieme a Savoldelli in una passata edizione del Giro. Passando per breve tratto nella parte alta del Vallone dell’Arma di Demonte, in Valle Stura, si arriva al Colle di Valcavera dove termina l’asfalto.

Si consiglia di proseguire ancora fino alle caserme della Bandia, presidio militare strategico per la difesa dei confini, da cui si può accedere a piedi ancora su carrareccia ai vicini Colle del Mulo e di Ancoccia oppure al Colle della Margherina, da cui si può ammirare la superba Rocca la Meja e l’ormai celebre Altopiano della Gardetta.

Una giornata ricca di bellezze naturali che rimarrà certamente impressa nei ricordi dei visitatori. Ecco un consiglio che riteniamo importante per chi arriva da Marmora: fate estrema attenzione ai ciclisti che scendono dal Col d’Esischie; qui ogni anno in estate passa la corsa della “Fausto Coppi” ed è molto facile incontrare corridori in allenamento o che semplicemente si confrontano con le asperità del percorso, selettivo sia in salita che in discesa. Siate molto prudenti!​

Se invece volete solo fare una bella passeggiata nei boschi, risalite il torrente dalla borgata Finello passando per la cappella di San Sebastiano (fermatevi ad osservarne i preziosi affreschi, che rientrano nel circuito culturale di Mistà) e la borgata Torello. Da qui collegatevi ai Percorsi Occitani e risalite frai i larici finché ne avrete voglia: il rumore del torrente vi farà compagnia e con un po’ di caparbietà potrete raggiungere il lago Resile; la fatica della camminata sarà sicuramente ripagata.

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